COME ERA BIANCA LA NEVE NEL FEBBRAIO
MILLENOVECENTOQUARANTAQUATTRO (2007) La poesia di Giampaolo Merciai ha versi misurati e intensi, con uno stile che affascina per l’uso sapiente di metafore e sinestesie. La filosofia che attraversa i suoi scritti è grandiosa e semplice: non bisogna lasciarsi travolgere dalle tempeste che perennemente incombono sull’esistenza dei singoli e sulla storia. L’uomo possiede dentro di sé risorse inesauribili e può farcela anche quando la luna impotente finge di spegnersi per non vedere. Anche se le storie degli uomini vengono imprigionate dal pendolo che inesorabile batte sull’esistenza, la vita va vissuta, oggi, e sempre: intensamente. Ogni giorno è un nuovo giorno. Bisogna lasciarsi riscaldare dal sole scegliendo la strategia salvifica dell’amore. È tempo di ritrovare l’atmosfera di quel febbraio nevoso del millenovecentoquarantaquattro, quando in silenzio, c’era un padre a disegnare sogni su un vetro appannato e una madre dolce, rasserenante e forte come una cometa. Dalla prefazione di Pasquale Matrone |