FRA SETTEMILA ANNI
Passano i treni nella stazione vuota lasciando il profumo di dicembre frantumarsi nella polvere dei ricordi. Si ferma l’orologio, bugiardo segno di memorie, e i venti che hanno dominato la mia vita chiudono i cancelli del nostro tempo. Quando la mia penna deve scrivere il buio si fermano le parole e, come statue di marmo, scivolano fra i colori lasciando impressi solo segni inutili e neri. Lo spazio del cielo è insufficiente per un abbraccio e scompaiono albe e tramonti dai miei sogni; i desideri rimbalzano fra le stelle e cadono là, dove muoiono le farfalle. Vedi Occhidiluce, non mi resta molto tempo ma fra settemila anni io sarò ancora qui, in questo strano paese chiamato Amore, con la tua mano nella mano. |