K102403
Mi tuffo nei ricordi e brucio semi di tempo fuggo disperata dalla luce nera di notti insonni dove strade d'ombre sembrano non finire. Ti vedo ancora su quella panca dove posasti i tuoi stracci sotto gli occhi di uniformi criminali. Il burattinaio sterminatore abbassò il sipario sul tuo torbido destino. Madre, dov'è quel tuo bel seno che mi nutriva da bambina? Dove sono i tuoi occhi che sapevano parlare agli uomini? Il tuo petto è piatto come un lago, le tue pupille, mute senza più parole. Le tue ossa, sporgono come un rumore nella notte, il tuo cuore, è diventato uno specchio rotto, un libro strappato, una grotta nuda nel deserto del Sinai. Una mattina di dicembre ti facesti trasparente sulla neve bianca che nascondeva la vita la tua quercia liberò le ultime foglie; lontana dalla tua terra abbracciasti una nuvola. Il vento restò paralizzato, il cielo non pianse sangue. Il tuo nome rimarrà impresso per sempre in quel cielo grigio come la tua cenere: K102403, cielo di Auschwitz! |