MEZZANOTTE È PASSATA DA UN PEZZO
Invecchio. Il mio occhio insegue mormorii sul dorso di una mano dalla pelle increspata - acqua di fiume in ottobre - resistendo alle spallate del tempo. Compagni di viaggio scendono e si perdono nella marea di osterie dove l’ultimo bicchiere non si paga. Si affacciano memorie del primo inchiostro: nello spazio nudo di una piazza ragazzi corrono su scarpe di cartone e gli zoccoli non hanno ruote dove pietre di campanile sono asfalto. Non corro. Il mio treno viaggia senza controllore e senza biglietto su rotaie immaginarie - ghiaccio che si scioglie - cambiando stazione ogni giorno. Ho vissuto, ho amato, ho creduto cullando sogni d’aurora vestiti quando l’incoscienza è padrona. Partirà l’uomo soffiato nel vetro infagottato nel suo cappotto sgualcito, la vita che ha donato è futuro e ci sarà sempre un bicchiere sul tavolo dove sangue d’Amore è scritto nel pendolo. |