TRA VITA E… VITA
Sono le sei in questa stanza senza pergamene. Lo capisco dai rumori, uguali ogni mattina, puntuali come il sole nel deserto. Tutto è bianco, come le ali degli angeli ma gli angeli sono preda di uncini di rame; cornamuse suonano musica stonata e l’aria è tetra, senza luce. Questa notte ho sognato una vita nuova un mondo diverso, senza ombre nelle ossa senza camici bianchi al mercato delle erbe, una vita che non mangia fiori sul comodino. Pensano che io non senta quando parlano di me che la droga che mi iniettano cancelli la percezione dell’udito: chi dice che non esiste la pena di morte non è mai stato colpito da tumore. Ho voglia di un gelato, di fare il bagno nel mare di maggio, di guardarmi in uno specchio, di dormire in un campo di grano. Strani pensieri prendono alla schiena quando la vita ti abbandona. Sento l’aria diventare piombo, atrofizzare i polmoni. Le labbra vorrebbero aprirsi, la gola vorrebbe urlare, ma le parole non arrivano. Galleggio nel vuoto. Dimentico il mio nome. Ecco, riconosco le tue mani. Mettimi le scarpe amico dai grandi occhi c’è la neve, tanta neve nei lamenti che si muovono discreti fra le lenzuola, non voglio prendermi un malanno adesso che, tra vita e… vita, il tempo sta per tramontare. |