LA PANCHINA DEL MUSEO
Seduti, erano in quattro su quella panchina di ferro appoggiata al muro del museo. Parlavano di cose inutili, sciocche per fare giustappunto due risate e per sfuggire alle acque dell'ultimo fiume. Parlavano di feste, alla loro età…… e la panchina ascoltava, senza perdere parola. Curiosa. Seguiva i loro fruscii, i loro odori, i loro sguardi. In silenzio. E poi venne l'inverno, con il suo gelo a spegnere lanterne senza olio, a chiudere giardini senza fiori, a cantare ghirlande senza crepe. E la luna penzolò nel quadrante del tempo, impotente. Una volta, erano in quattro su quella panchina di ferro appoggiata al muro del museo. Raccontavano pezzi di vita, parole per ricordare l'incanto dell'Amore e per non soffocare nelle ferite degli anni. Parlavano di donne, alla loro età…… e la panchina ascoltava, come una finestra aperta. Smaniosa. Attendeva i loro incontri, i loro passi, i loro suoni. In silenzio. E poi venne l'estate, con il suo sole a portare nuova luce sui muri e come un armadio, cambiò i vestiti: altri nomi, altri piedi, altre storie. E la luna scivolò nella scollatura del cielo, impaziente. |